Rating e Centrale Rischi: quali strumenti per migliorare il rapporto Banca-Impresa?
Caro lettore, ti voglio a modo mio ringraziare: lo faccio provando a spiegarti strumenti quali il Rating e la Centrale Rischi Banca d’Italia, in stile IMS, con concetti chiari e sintetici per dare fin da subito fruibilità e concretezza all’informazione.
Nel proseguo di questo articolo, parlerò degli accordi di Basilea, del Rating e della Centrale rischi, con focus particolare tra i legami e le interconnessioni tra gli stessi, concetti e strumenti fondamentali che se utilizzati in maniera pro attiva e competente di sicuro migliorano il rapporto Banca – Impresa.
Ma cosa sono gli Accordi di Basilea?
Il Comitato di Basilea nasce nel lontano 1974, è un organo consultivo e non legislativo, ha come obiettivo quello di regolamentare la Vigilanza Bancaria per assicurare stabilità al sistema finanziario globale.
E’ con Basilea 1 (1988) che viene richiesto un Requisito patrimoniale minimo: le banche devono accantonare un 8% a patrimonio dei crediti concessi ai clienti. C’è una ponderazione per prenditore e per garanzia ma non sono previste differenziazioni per il rischio della stessa tipologia di clientela per esempio.
Dall’ 1/1/2008 con Basilea 2 Vengono ridefiniti i criteri di calcolo dei requisiti patrimoniali minimi, riformando la regola dell’8% che tuttavia rimane invariata, ma mutano le regole di calcolo del coefficiente di ponderazione, rendendola più sensibile al rischio dei singoli prestiti e consentendo l’utilizzo di giudizi “RATING” assegnati dalla Banca.
Questo consente agli istituti di assorbire meno capitale in presenza di crediti concessi ad aziende più solvibili. L’8% di assorbimento viene aumentato o diminuito a seconda della % di ponderazione in funzione del rischio cliente, a seconda del Rating assegnato.
Vengono introdotti concetti quali PD (Probability of Default) ossia “In che percentuale di casi il cliente, tra un anno, sarà inadempiente ?” e LGD (Loss Given Default) “Se sarà inadempiente, quale percentuale del prestito andrà persa al netto dei recuperi ?”
Gradatamente tra il 2013 e 2019, poi, alla luce anche dell’attuale Crisi Finanziaria entrerà a regime Basilea 3, riguarderà unicamente gli operatori finanziari, ma non è oggetto del presente mio articolo.
Abbiamo visto che con Basilea 2 le Banche accantonano più o meno capitale a seconda del Rating assegnato all’azienda cliente. E’ evidente che se ho un buon rating sarò un cliente appetibile, se ho un cattivo rating le banche non faranno la guerra tra di loro per avermi nel loro data base.
Ma allora come viene costruito il Rating e quali fattori elementi lo compongono?
A formare il Rating che la banca utilizza, e che di fatto è un voto, un numero al quale corrisponde una certa Probabilità di Default contribuiscono una serie di dati, alcuni Qualitativi (azienda – settore etc. etc.) altri Quantitativi (Bilancio) altri ancora Andamentali ( centrale rischi ed indici di andamento del rapporto).
In quale misura questi fattori incidono sul Rating?
Ad oggi i fattori qualitativi influiscono in misura limitata, il Bilancio (indici ed equilibri EFP) rivestono un’importanta maggiore ma la loro analisi alimenta il rating solo con cadenza annuale.
Assumono allora un peso decisivo i cosiddetti dati andamentali che presentanto un elevato grado di oggettività e di cui la banca può disporre con continuità.
Strumento fondamentale a questo proposito diventa quindi la Centrale Rischi che cercheremo di meglio conoscere nel proseguo di questo mio articolo.
Cos’è la Centrale Rischi Banca d’Italia e perché è stata costituita?
Esistono varie banche dati che hanno la funzione di fornire informazioni sull’affidabilità dei debitori, ricordiamo a titolo di esempio solo le più note (CRIF – CERVED – CRIBIS – D&b. oggi però ci soffermiamo in assoluto sulla più nota, ovverosia: LA CENTRALE RISCHI BANCA d’ITALIA
La Centrale dei rischi è un sistema informativo sull’indebitamento della clientela delle banche . Banca d’Italia fornisce agli intermediari un’informativa utile, anche se non esaustiva, per la valutazione del merito di credito della clientela e, in generale, per l’analisi e la gestione del rischio di credito. L’obiettivo perseguito è di contribuire a migliorare la qualità degli impieghi degli intermediari e, in ultima analisi, ad accrescere la stabilità del sistema creditizio. Gli intermediari partecipanti comunicano alla Banca d’Italia informazioni sulla loro clientela e ricevono, con la medesima periodicità con cui sono raccolte, informazioni sulla posizione debitoria verso il sistema creditizio dei nominativi segnalati e dei soggetti a questi collegati.
Gli intermediari possono interrogare la Centrale dei rischi per chiedere informazioni su soggetti che essi non segnalano, a condizione che le richieste siano avanzate per finalità connesse con l’assunzione e la gestione del rischio di credito. I dati personali della Centrale dei rischi hanno carattere riservato ed è il cliente che autorizza l’intermediario ad accedervi (quando non è già affidato ovviamente).
Cosa troviamo segnalato nella Centrale Rischi Banca d’Italia?
- CREDITI PER CASSA: Auto liquidanti – scadenza – revoca – procedure concorsuali – sofferenze.
- CREDITI DI FIRMA
- GARANZIE RICEVUTE
- DERIVATI FINANZIARI
- SEZIONE INFORMATIVA (operazioni effettuate per contro terzi, operazioni in pool, factoring, crediti scaduti distinguendo i crediti impagati da quelli pagati – da ricordare e rilevare che lo scaduto impagato, si riversa sulle linee a revoca – sofferenze per crediti passati a perdita)
L’importanza di un’analisi accurata, attenta e pro attiva della CR, è anche funzione di due esigenze esplicite sia nell’Accordo per il credito 2015 (no sofferenze o esposizione scadute oltre 90 gg) che nel Fondo Centrale di Garanzia (Ministero Sviluppo Economico) dove si richiede espressa verifica della CR per crediti scaduti da più di 180 gg.
E’ evidente, l’importanza della Centrale Rischi, che deve diventare uno strumento di lavoro e di analisi costante nella vita di un’impresa, al pari dell’analisi del Bilancio e della valutazione degli indici e degli equilibri EFP (Economici Finanziari Patrimoniali), della conoscenza del Rating assegnato dall’istituto di credito e della scala dei Rating dei singoli istituti di credito, che ricordiamo non essere mai univoci ed omogenei (ogni Istituto ha il suo) alcuni, per lo più BCC non lo prevedono nemmeno.
Sono tutti strumenti questi che se utilizzati in maniera pro attiva da un bravo Consulente Corporate Indipendente inevitabilmente migliorano il rapporto Banca – Impresa.
Compito di un Consulente Corporate è anche quello di rendere l’azienda più presentabile alla banca, al fine di valorizzare nel miglior modo gli aspetti positivi, proponendo soluzioni per quelli negativi.
In un momento in cui le Banche non fanno certo le corse per finanziare le imprese, se non quelle dal Rating Eccellente, Il mio obiettivo principale lavorando con gli strumenti sopra esposti e muovendo le opportune leve, è quello di partire dall’analisi della CR, migliorare gli equilibri EFP, migliorare il rating e quindi togliere L’ALIBI alla Banca nel negare nuova finanza o quantomeno nel non mantenere i fidi in essere.
Una volta che Andamentale (CR) ed Equilibri EFP (Bilancio) sono OK, una volta che tutto questo si riversa su un Rating che è OK, Tu Banca, se non mi vuoi concedere credito quantomeno mi dovrai spiegare e motivare molto bene i motivi del tuo diniego.
Per consigli sull’argomento, per una consulenza sul Rapporto Banca – Impresa, per valutare la Tua CR, i tuoi Equilibri EFP, il tuo Rating, le tue esigenze, per consocere nel detttaglio e nello specifico il Prodotto: Presentabilità dell’Azienda alla Banca di IMS.