Back

La svolta digitale del mercato delle costruzioni

Il mercato delle costruzioni e il cambiamento strutturale

I principali progetti a livello mondiale sono caratterizzati da una durata media del 20% più lunga rispetto a quanto previsto e con un costo superiore fino all’80% del budget originale [fonte: Global Project Database IHS Herold – McKinsey analysis].

La produttività del settore è scesa sino ai minimi storici dei primi anni ’90 [ fonte: Organisation for Economic Co-operation and Development] e i margini finanziari per le imprese sono relativamente molto bassi e incerti.

Premessa

Mentre il settore delle costruzioni tende a recepire, seppur con lentezza e diffidenza, le innovazioni tecnologiche, il rinnovo dei modelli e degli strumenti in ambito gestionale continua a rappresentare una grande sfida. Un esempio è rappresentato dalla programmazione dei lavori che rimane poco coordinato nel passaggio informativo fra sede e cantiere ed è spesso ancora gestito su “carta”. I contratti, anche per progetti di interesse pubblico, non valorizzano l’adozione da parte delle imprese esecutrici di strumenti innovativi e lasciano a queste ogni onere e rischio relativo. La strategia del “massimo ribasso” comporta l’utilizzo di maestranze e manager spesso inadeguati; strategie di partenership con fornitori (ad esempio attraverso reti d’impresa) sono ancora poco diffuse.

Il settore risulta ancora restio ad abbracciare con fermezza la strada verso l’adozione delle nuove tecnologie digitali già disponibili, anche se gli investimenti necessari risultano compensati nel medio-lungo periodo da benefici significativi. In effetti il settore costruzioni risulta all’ultimo posto insieme al settore agricoltura e caccia nella classifica: Industry digitization index a cura di McKinsey (dato aggiornato al 2015). I numeri infatti parlano chiaramente di investimenti medi inferiori al 1% del valore della produzione rispetto a valori del 3,5% relativo al settore automotive e del 4,5% del settore aerospaziale. Questo è ancora più vero se parliamo di investimenti in strumenti informatici nonostante sul mercato siano oggi disponibili strumenti e soluzioni software innovative e specificatamente progettate per il settore costruzioni.

La diffidenza con cui il settore affronta la sfida digitale, oramai divenuta irrimandabile, è legata alle specificità del settore e soprattutto al momento contingente caratterizzato da un mercato globale turbolento e incerto. Il mercato infatti è caratterizzato da imprese incredibilmente eterogenee e numericamente di dimensioni piccole o addirittura micro. Ogni progetto presenta caratteristiche uniche e difficilmente comparabili o raffrontabili secondo i criteri della standardizzazione industriale.

 

Ma le cose non andranno meglio. I progetti diventano sempre più caratterizzati da grandi dimensioni e grande complessità. La crescente richiesta per progetti ecologicamente sostenibili si traduce nella necessità di cambiare tecniche costruttive ed impiegare materiali e metodiche nuove. Un’altra evidenza è rappresentata da una carenza sempre maggiore di personale qualificato e formato sulle nuove tecnologie, anche a livello di management. Questi problemi richiedono un nuovo modello e un approccio diverso al modo di lavorare tradizionale. Storicamente infatti gli imprenditori del settore costruzioni hanno scelto modelli organizzativi basati sul breve periodo, ritenendo ogni progetto unico e quindi non standardizzabile o industrializzabile; da cui la naturale prudenza se non avversione nei riguardi delle nuove tecnologie.

Il McKinsey Global Insitute stima che a livello mondiale saranno investiti oltre 57 miliardi di dollari in infrastrutture e costruzioni in generale dal 2013 al 2030. Questo rappresenta una sfida particolarmente incentivante per gli operatori della filiera delle costruzioni intesa in senso lato.  Una sfida che deve avere come obiettivo la rivitalizzazione di un segmento di mercato importante attraverso il cambiamento e l’innovazione tecnologica.

 

La rivoluzione digitale del settore costruzioni: ecco le cinque regole per gestire il cambiamento

Le regole di seguito rappresentate si basano su tecnologie esistenti e oramai consolidate; sono complementari tra di loro e risultano maggiormente efficaci se attivate congiuntamente per un maggior valore sinergico.

  1. Enfasi ai rilievi dello stato di fatto
  2. Utilizzo del Modello BIM 5-D di ultima generazione
  3. Dematerializzazione dei documenti per una fruizione in mobilità delle informazioni
  4. Adozione “dell’Internet delle cose” per una integrazione informativa efficace
  5. Attenzione alle nuove tecnologie costruttive e alla tendenza al ri-uso (manutenzione, ristrutturazione, riqualificazione, restauro)

 

— fine prima parte — segue

Roberto Crepaldi
Roberto Crepaldi

robertocrepaldi@libero.it

Dal 1990 lavoro nelle imprese di costruzioni, sono stato direttore generale e membro di diversi consigli di amministrazione di imprese di medie e grandi dimensioni. Sono co-fondatore di I.M.S (Integrated Management Services) e responsabile del settore controllo di gestione e contabilità direzionale.